La Pet Therapy è un trattamento che si rivolge a tutte le persone di ogni età che desiderano cercare di migliorare la qualità della propria vita attraverso l’interazione con gli animali.
Il principio della Pet Therapy si basa generalmente sull’utilizzo del rapporto speciale che si viene a creare tra la persona e l’animale. Non è una cura medica, non è invasiva e non fa miracoli ma viene affiancata ad altre terapie per cercare di migliorare l’esistenza dell’utente nelle condizioni socio-sanitarie già esistenti.
L’utilizzo degli animali come “guaritori” è molto antico, dagli anni ’90 questa disciplina arriva in Italia e viene adottata nelle scuole, negli ospedali e nelle strutture socio-sanitarie Italiane. Da allora si sono sviluppati molti corsi per diventare formatori in questo ambito. Le figure professionali coinvolte sono pedagogisti, medici, fisioterapisti e psicologi a seconda della tipologia di paziente. Se l’animale usato è il cane può essere utile anche un addestratore specializzato, esistono numerose associazioni che si occupano della formazione di questa figura professionale (ad esempio l’AIUCA).
La Pet Therapy si traduce in:
AAA, Animal Assisted Activities, cioè le attività svolte con l’ausilio di animali, questa non ha specifici obiettivi terapeutici ma sono interventi che migliorano in generale la qualità della vita di chi ha problemi, fisici o psicologici, attraverso la visita periodica di un animale.
AAT, Animal Assisted Therapy, la vera e propria pet therapy, che ha come scopo il miglioramento della salute di un paziente, in cui si lavora per obiettivi graduali. In questo caso esiste una vera e propria equipe costituita da un medico, uno psicologo e un operatore specializzato nella conduzione dell’animale, oltre, ovviamente, all’animale stesso.
Ai nostri giorni esistono anche le AAE, attività educative con animali.
Chi può beneficiare della Pet Therapy
Bambini e adulti con disturbi del comportamento e dell’apprendimento.
Bambini e adulti autistici o con tratti autistici.
Bambini e adulti con difficoltà e ritardi psico-motori
Bambini e adulti diversamente abili.
Bambini e adulti affetti da patologie fisiche o in cura per malattie più o meno invalidanti.
Adulti con problemi di dipendenza.
Anziani affetti da demenza senile, malattie degenerative, difficoltà motorie.
La terapia assistita con animali si è rivelata molto utile se applicata all’interno di Scuole, Istituti, Carceri, Centri di riabilitazione sociale (tossicodipendenza), Centri per disabili, Ospizi.
La presenza di animali giova non solo a persone con patologie ma anche a bambini ed anziani normodotati favorendo la socializzazione, la pratica dell’empatia, la sperimentazione della cura dell’altro e il divertimento.
Quali animali vengono usati
Gatti e cani sono fra gli animali più utilizzati, insieme a cavalli, delfini e asini. Ma praticamente tutti gli animali possono essere utilizzati per questo scopo, anche pappagalli, delfini, criceti, tartarughe e pesci.
L’animale preferito è il cane, si dice il vero amico dell’uomo e in effetti si può ben dire che è l’animale che interagisce maggiormente con l’essere umano e che meglio di ogni altro stabilisce con l’uomo un legame intenso e duraturo. Si è rivelato molto utile per i malati di Alzheimer, che grazie alle coccole e al gioco, recuperano funzioni logiche e gesti di accudimento. Secondo le ultime ricerche i cani sono in grado di riconoscere le emozioni dell’essere umano dal suono della voce e dall’espressione corporea.
10 benefici che porta la presenza di un animale
1.Divertimento:
La presenza di un animale o più che giocano magari in modo buffo, non può che far piacere e ridere e quindi intrattenere non solo chi vive a contatto con gli animali ma anche chi non ha molte occasioni per incontrarli.
2. Socializzazione:
L’animale riesce a portare dialogo. La presenza di un cucciolo scioglie anche gli animi più duri e la conversazione anche con gli estranei diventa molto più facile. Non solo in presenza dell’animale ma anche dopo la comunicazione rimane più attiva e può portare alla socializzazione con persone che non si conoscevano. L’animale fa da catalizzatore.
3. Stimolazione mentale:
Soprattutto in situazioni in cui c’è una istituzionalizzazione e quindi una certa chiusura verso l’esterno, la presenza di animali può servire a cambiare un po’ la routine, a rasserenare l’ambiente e a stimolare il dialogo e qualche azione che solitamente non si fa.
4.Empatia:
La capacità di identificarsi con l’altro può essere insegnata al bambino più facilmente se in casa è presente un cagnolino. Imparare a capire un animale domestico è molto più semplice che imparare a comprendere una persona perché questa al contrario di un cane può dire una cosa ma pensarne un’altra. Il bambino vede l’animale come un suo pari e quindi è più facile insegnargli ad essere empatico con lui piuttosto che con un estraneo. Crescendo sarà poi in grado di trasferire questa sua capacità anche sui suoi simili.
5.Focalizzare l’attenzione all’esterno:
Un animale è molto utile per far uscire un bambino dal suo egocentrismo o per una persona che comunque non riesce a non parlare che di se stessa. Le esigenze e l’ambiente del cucciolo riescono a distrarre il padrone dai suoi soliti pensieri e farlo concentrare sull’esterno, su qualcosa che non è lui, parlando finalmente di problemi non suoi.
6.Prendersi cura di un altro essere vivente:
Spesso molti bambini si sentono onnipotenti; un animaletto da accudire può renderli consapevoli di quanto questo abbia bisogno di cure per sopravvivere, e quindi di conseguenza può far capire quanto a sua volta può aver bisogno di aiuto per crescere.
7.Relazione:
Un animale può aprire un canale di comunicazione e relazione tra due persone, ad esempio tra terapista e paziente, rompendo il ghiaccio e creando un ponte tra i due. Chi ha bisogno di aiuto spesso non riesce a chiederlo direttamente e la presenza di un animale su cui proiettare i propri sentimenti è risultato spesso molto utile.
8.Accettazione:
Dall’animale si può imparare ad accettare l’altro per come è, senza critiche e pregiudizi. Esso infatti non accetta un rapporto per convenienza, come spesso fa l’uomo, e di riflesso il bambino può imparare a fare altrettanto.
9.Contatto fisico:
Ci sono casi in cui sia bambini che adulti non sopportano il contatto fisico con le altre persone, vuoi che sia per disturbi psicologici o violenze subite. Poter abbracciare e accarezzare un cane o un gatto può significare molto per queste persone e potrebbe essere il primo passo per ricominciare ad avere contatti con gli altri.
10.Movimento:
Chi ha a che fare con un cane inevitabilmente è costretto a un minimo di movimento per assecondare le sue esigenze. Questo non può fare che bene soprattutto a chi di solito non si muove mai.